Ustica Sicilia - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Arrivando da Est, l'isola appare come due terre divise con Monte Guardia dei Turchi, il più alto dell'isola con i suoi 244 metri, che sovrasta il paese. Lungo la costa spicca poi Capo Falconara, sporgente e roccioso, con la Punta Omo Morto sulla cui sommità si trova una torre addossata ad una costruzione con sopra un fanale. Proseguendo ad ovest della punta, la costa è rocciosa e scoscesa, di difficile accesso e con fondali piuttosto elevati. A nord di Punta Gorgo Salato, c'è la secca Colombara, con un fondale minimo di un metro e mezzo circa, ma ben segnalata dai settori dei fanali a terra.
  Il paese è dominato dalla Torre di S. Maria, sede del Museo Archeologico che ospita i reperti rinvenuti al villaggio preistorico presso i Faraglioni e nelle tombe di età ellenistico-romana di Capo Falconiera. In particolare si notino un singolare focolare circolare diviso in quattro parti (e quindi trasportabile), e belle coppe biansate a piede alto.
 Questa piccolissima isola vulcanica (8,6 kmq), parte emersa di una grande vulcano sottomarino, è anche la più antica, affiorata molto prima delle Eolie. La sua origine ed il colore nero della lava determinano la scelta del nome, il latino Ustum, bruciato. Le sue coste frastagliate nascondono bellissime grotte, insenature e calette. Gli abitanti vivono soprattutto di pesca e turismo, anche se l'agricoltura specializzata è in aumento (vite, ortaggi, cereali, soprattutto lenticchie). Dopo essere stata abitata dall'eneolitico fino alla fine del periodo antico, Ustica viene aperta solo alle scorrerie dei pirati fino al periodo borbonico, quando vi si stabiliscono alcuni abitanti provenienti da Lipari. Colonia penale attiva fino agli anni '50, Ustica è diventata, grazie alle sue acque trasparenti e alle sue coste rocciose, un vero e proprio paradiso per gli amanti delle immersioni subacquee. Dal 1987 è divenuta riserva marina.
 Capo Falconiera - In fondo alla piazza centrale, chiusa dalla Chiesa Madre, voltare a destra verso il calvario. Da qui, un sentiero a gradoni, sulla sinistra, conduce al capo, alla cui sommità si trovano i resti di una fortezza borbonica e di un insediamento rupestre del III sec. a.C. la cui posizione venne sicuramente scelta perchè ben difesa e dominante sull'unico approdo dell'isola. Cala di S. Maria (attuale porto). L'esiguità dello spazio, così impervio, ha reso necessario un terrazzamento della roccia e ha dato vita ad uno sviluppo su tre piani sovrapposti. Sono visibili moltissime cisterne per la raccolta dell'acqua piovana ed una scala tagliata nella roccia (proprio sulla punta). Ai piedi della rocca è stata scoperta una necropoli ad ipogei dello stesso periodo ed una a fosse (ed ipogei) di epoca paleocristiana (V-VI sec. d.C.). Da qui la vista si estende al porto ed al centro dell'isola, caratterizzato dai profili dei monti Costa del Fallo e Monte Guardia dei Turchi.
 La costa - Frastagliata, ricca di grotte che possono essere scoperte in barca (i pescatori al porto si offrono di accompagnare i turisti con le imbarcazioni di piccole dimensioni, adatte ad entrare nelle grotte), ma anche da terra, offre piccole spiagge (Cala Sidoti, Punta dello Spalmatore, al Faro) e bellissime baie rocciose, quali la piscina naturale, concentrate lungo il versante occidentale.
 Il versante orientale offre invece belle grotte come la Grotta Azzurra, la Grotta Verde e la Grotta delle Barche, da esplorare muniti di maschera e boccaglio. In particolare quest'ultima è raggiungibile percorrendo un bel sentiero in mezzo a pini e fichi d'india che si diparte dalla Torre di S. Maria e prosegue lungo il fianco della collina offrendo begli scorci del mare e della costa.
La riserva marina di Ustica La riserva marina di Ustica
 Nasce nel 1987, questa riserva, per preservare e proteggere l'immenso patrimonio faunistico ed ambientale che si cela nel mondo sommerso intorno ad Ustica. Tre sono le zone in cui è suddivisa: la zona A di riserva Integrale, in cui è consentita la balneazione, ma è vietato accostarsi con le barche o pescare, si estende ad ovest dell'isola, da Cala Sidoti a Caletta e fino a 350 m dalla costa (apposite boe gialle ne segnalano l'ubicazione): la zona B di riserva generale circonda la zona A e si estende da Punta Cavazzi a Punta Omo Morto (in effetti tutta la costa da sud-ovest a nord-est per 3 miglia dalla costa). Qui è consentita la balneazione, la fotografia subacquea (ma non la pesca) e la pesca con lenza e traino o professionale (ma in quest'ultimo caso dietro autorizzazione del Comune), il tratto di mare restante costituisce la zona C di riserva parziale dove vigono le regole nazionali ed è consentita anche la pesca subacquea.
Un mondo sommerso
 Il mare particolarmente pulito da ogni tipo di inquinamento (Ustica si trova proprio in mezzo alla corrente proveniente dall' Altantico) permette la vita ed il proliferare di numerosissime forme di vita sia animali che vegetali. Un esempio eclatante sono le vaste praterie di posidonia oceanica, vera e propria pianta acquatica, anche chiamata il "polmone del Mediterraneo" (perchè scambia ossigeno con l'acqua) che qui si trova perfino a 40 m di profondità. Già in superficie si incontrano folti branchi di saraghi, saraghi fasciati, le scure castagnole che quando nascono sono invece di un incredibile blu elettrico, cefali voracissimi (ma al massimo provocano solletico), occhiate, salpe, coloratissime donzelle pavonine.
Un mondo sommerso   Nelle zone in ombra si possono vedere rossi Re di triglie e lungo le pareti rocciose i bellissimi "fiori" della madrepora arancione, che in alcuni casi copre ampi tratti, coloratissime spugne (e per chi non le conosce, ve ne sono di nere, bianche, gialle, arancione, compatte, allungate, filiformi), cerniotte che si nascondono all'ombra delle rocce, ma escono incuriosite quando ci si avvicina. A profondità maggiori anche i pesci "si ingrandiscono", le cernie in particolare, e il paesaggio si arricchisce di murene, aragoste, cicale di mare e gamberetti (nelle grotte), ricciole, dentici, enormi saraghi, e di splendide e rosse gorgonie, tra le quali fa capolino a volte il corallo nero (giallo chiaro in superficie, ma scuro all'interno). Chi ha fortuna può anche incontrare tonni, pesci luna, tartarughe e barracuda.
La flora
 Paesaggio vegetale Profondamente mutato dall'intensa coltivazione, ovunque si notano siepi di ficodindia. Nelle "Timpe" sono presenti piccoli lembi di macchia Artemisia arborea, Lentisco, Calicofone spinosa e Ginestra. Sparsi si trovano Ulivi, Mandorli, viti ed alberi da frutta. Tra le specie endemiche si rileva il Limonium bocconei e la Crithmo Limonetea. Interessato dal rimboschimento è il Monte Guardia dei Turchi. Presenti anche zone con Steppa mediterranea.
La Fauna
 Presenti specie di passo, come la Quaglia, la Tortora, il Tordo, l'Allodola, la Beccaccia, che in certi periodi raggiungono un elevato numero. Vi sono, nello stesso periodo, specie un po' più rare: Gru, Piviere, Tortorino; molto diffuso è il Passero.
 Il Coniglio selvatico si riproduce in tutta l'isola. Da visitare: il Castello saraceno; i Sepolcreti (scavati nel tufo della .Falconiera risalenti al periodo fenicio); il Museo (con reperti archeologici dell'isola); le Grotte: "Azzurra", della "Pastizza", delle "Barche" e "Segreta"; il Calvario; la Fortezza.